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Jesse E

Jesse Eisenberg: da Facebook a Broadway, passando per Woody Allen

14/04/2012  BY Valentina Neri

L’attore, visto recentemente in Social Network di David Fincher, interpreta in To Rome with Love un ragazzo ingannato dall’amore. Nella vita però…

Visto da vicino Jesse Eisenberg, l’attore diventato famoso nel mondo con The Social Network, il film di David Fincher in cui interpretava il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, sembra un ragazzo come tanti e non uno degli attori più interessanti di Hollywood con sei film già pronti ad uscire nel 2012 oltre a To Rome with Love. Lo abbiamo incontrato dopo aver fatto quattro chiacchiere con Woody Allen e Penelope Cruz:

Domanda d’obbligo dopo il film di Fincher: che rapporto hai con i social network?

«Non mi interessano, l’ultima cosa che vorrei fare a fine giornata è tornare a casa e mettermi al computer a raccontare tutto quello che ho fatto, visto, detto. Forse li userei se non fossi un attore e non avessi già una discreta esposizione mediatica. Però so che ci sono dei profili con il mio nome. Sono degli impostori che mi fanno fare brutte figure. Ogni tanto qualcuno mi dice “ma come mi avevi dato appuntamento e poi non ti sei fatto vedere”. Eh, non sono venuto perché non ero io che te l’ho dato!».

Hai conosciuto donne seduttivamente pericolose come quella interpretata nel film da Ellen Page?

«Ne ho incontrate, ma fatemi toccare ferro mentre lo dico, non ci sono mai cascato. Però io non sono neanche così ingenuo come il mio personaggio nel film, altrimenti non so come sarebbe andata a finire anche per me. In generale però credo che in amore uno sia condannato a imparare a proprie spese, bisogna sbatterci la testa se no non si impara. Anche perché di solito i consigli che ti danno sull’argomento sono disastrosi».

Allen ha preferito lasciare una spiegazione aperta sul suo personaggio, senza dare la sua interpretazione rispetto al rapporto che hai nel film con Alec Baldwin. Tu come la vedi: siete la stessa persona a distanza di tempo o Baldwin è una specie di grillo parlante?

«Ho visto Alec come il mio fratello maggiore che dà consigli che sai essere giusti ma che trovi noiosi e non li stai a sentire. Il classico tipo che ti infastidisce perché sai che ha ragione. Woody è stato fumoso anche con me, ma come attore mi sono dovuto dare delle spiegazioni per dare coerenza al personaggio e questa tesi del fratello maggiore mi convinceva più di tutte».

Nel film si parla anche di fama, anche se non nel tuo episodio. Che rapporto hai con il successo?

«Bè quando inizi questo lavoro pensi “mi basterebbe arrivare a un livello di sicurezza economica per essere felice”, ma poi quando ci arrivi trovi altre 1000 ragioni per compatirti e essere triste. Woody usa l’arte come distrazione perciò continua a fare un film dopo l’altro, io invece scrivo commedie teatrali. Sono finite da poco le repliche di Asuncion al teatro Cherry Lane di New York e al più presto mi rimetterò a scrivere una nuova pièce da rappresentare l’anno prossimo». 




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